Preabilitazione protesi ginocchio: esercizi ed errori da evitare prima dell’intervento

Protesi di ginocchio: esercizi prima dell’intervento chirurgico

Una preparazione fisica mirata prima dell’intervento di protesi al ginocchio migliora gli esiti post-operatori, riduce i tempi di recupero e limita le complicanze. La preabilitazione – fondata su esercizi specifici e supporto fisioterapico – è oggi una strategia clinica imprescindibile nella chirurgia ortopedica moderna, soprattutto nei pazienti affetti da artrosi avanzata.

Prepararsi all’intervento per migliorare il recupero post-operatorio

Affrontare un intervento di protesi ginocchio non è mai una decisione semplice. Per molti pazienti, rappresenta la fase conclusiva di un lungo percorso di sofferenza, segnato da dolore cronico, ridotta mobilità e una progressiva perdita di autonomia. Le patologie articolari degenerative, come l’artrosi del ginocchio, compromettono in modo marcato la qualità della vita, rendendo difficoltosi anche i gesti quotidiani più semplici: camminare, salire le scale o alzarsi da una sedia. Quando le terapie conservative – farmaci, infiltrazioni, fisioterapia – non offrono più sollievo, la chirurgia protesica si presenta come l’opzione terapeutica più efficace e definitiva.

Tuttavia, ciò che spesso viene trascurato – sia dai pazienti che da alcuni professionisti – è l’importanza strategica della fase preoperatoria. La preparazione fisica prima della chirurgia non solo aiuta a preservare il trofismo muscolare e la mobilità articolare, ma si è dimostrata determinante nel migliorare gli esiti post-operatori, ridurre i tempi di recupero e prevenire complicanze. Questo concetto, noto in ambito clinico come “prehabilitazione”, è ormai validato da una solida letteratura scientifica e rappresenta uno standard di eccellenza nella chirurgia ortopedica avanzata.

In qualità di chirurgo ortopedico ginocchio con esperienza in diversi centri specialistici – incluso il mio ambulatorio di riferimento a Padova – mi trovo quotidianamente a sottolineare ai miei pazienti quanto sia essenziale arrivare in sala operatoria nelle migliori condizioni fisiche possibili.

Un’articolazione tonica, un ginocchio asciutto (cioè privo di versamenti articolari) e una muscolatura preparata offrono un terreno biologico ideale per affrontare l’intervento e facilitano un ritorno più rapido all’autonomia funzionale.

Su queste basi nasce il presente contributo per il portale ProtesiGinocchio: una guida pratica, ma scientificamente fondata, che raccoglie gli esercizi e le strategie utili a ottimizzare la fase preoperatoria nei pazienti candidati alla protesi di ginocchio. La corretta esecuzione degli esercizi illustrati, unita al supporto di un fisioterapista esperto, può fare la differenza tra un recupero lungo e complesso e un ritorno precoce a una vita attiva e soddisfacente.

Perché è importante esercitarsi prima dell’intervento

Nel percorso verso l’intervento di protesi ginocchio, l’attesa chirurgica può estendersi anche per qualche mese. I tempi sono dettati dalla programmazione operatoria e dalla disponibilità dello specialista, come nel caso di un ortopedico Padova. In questo intervallo temporale, adottare un approccio passivo – restando immobili o limitandosi ad aspettare – è un errore tanto comune quanto controproducente.

Numerosi studi clinici dimostrano come l’inattività muscolare porti a un rapido decondizionamento fisico: i muscoli si indeboliscono, l’articolazione perde mobilità e la gestione del dolore peggiora sensibilmente. Al contrario, iniziare precocemente un programma strutturato di esercizi – anche in presenza di dolore o limitazione funzionale – consente di preservare le strutture muscolarii e preparare il ginocchio all’intervento in modo ottimale.

Questa fase è cruciale per massimizzare gli esiti chirurgici e si inserisce nel concetto moderno di “pre-riabilitazione”, che sempre più chirurghi ortopedici e fisioterapisti stanno adottando come standard di cura. Il razionale è chiaro: un muscolo attivo è un muscolo pronto a rispondere allo stress chirurgico; un’articolazione allenata è più capace di recuperare mobilità dopo l’intervento; un organismo preparato affronta meglio l’anestesia, il trauma chirurgico e le settimane successive.

Gli obiettivi chiave della preparazione preoperatoria

Gli esercizi mirati per la protesi ginocchio devono essere selezionati con attenzione e personalizzati in base al quadro clinico del paziente. Tuttavia, gli obiettivi fondamentali sono comuni a tutti i protocolli efficaci:

  • mantenere e potenziare il tono muscolare: in particolare il quadricipite femorale, gli ischiocrurali (bicipite femorale, semitendinoso, semimembranoso) e il tricipite surale (polpaccio), fondamentali per il controllo del movimento e la stabilità dell’articolazione;
  • ridurre il dolore e l’infiammazione: attraverso esercizi eseguiti in scarico e tecniche manuali coadiuvate dal fisioterapista, si riduce la sensibilizzazione articolare e si favorisce un ambiente più “pulito” per l’intervento;
  • migliorare l’escursione articolare (ROM): è fondamentale arrivare all’intervento con una buona estensione e flessione del ginocchio, per facilitare l’immediato recupero post-operatorio;
  • velocizzare e ottimizzare il recupero funzionale: un paziente ben preparato risponde meglio alla fisioterapia post-chirurgica, ha meno dolore, recupera più rapidamente e riduce il rischio di complicanze come rigidità articolare o atrofia muscolare.

In sintesi, esercitarsi prima dell’intervento non è solo una buona prassi: è parte integrante del successo della chirurgia. Come chirurgo ortopedico ginocchio, lo ripeto spesso ai miei pazienti nei miei ambulatori, da Padova alle altre sedi: la differenza tra un recupero difficile e un ritorno rapido alla vita attiva si gioca prima ancora di entrare in sala operatoria.

Come eseguire gli esercizi in modo sicuro

Una corretta esecuzione degli esercizi preoperatori è fondamentale per ottenere risultati efficaci senza rischiare sovraccarichi o peggioramenti. In questa fase, l’obiettivo non è aumentare la forza a tutti i costi, ma stimolare in modo controllato e progressivo i gruppi muscolari più importanti per la stabilità e la funzionalità del ginocchio.

Gli esercizi proposti, validati clinicamente e suggeriti anche dai fisioterapisti esperti in riabilitazione ortopedica, sono a basso impatto biomeccanico. Si eseguono in scarico, ovvero senza il peso del corpo sull’articolazione, per ridurre lo stress meccanico su cartilagini e tessuti infiammati. Questa caratteristica li rende ideali anche in presenza di dolore moderato, gonfiore o versamenti articolari.

Raccomandazioni generali per la sicurezza

  • rispettare sempre la soglia del dolore: l’esercizio non deve mai provocare un dolore acuto o lancinante. Un leggero fastidio può essere accettabile, ma deve ridursi con il movimento;
  • monitorare eventuali segni infiammatori: sospendere l’attività in caso di rossore evidente, gonfiore persistente o calore localizzato;
  • preferire la qualità all’intensità: l’esecuzione lenta e controllata è molto più efficace di ripetizioni rapide e approssimative;
  • lavorare su entrambi gli arti: anche l’arto non operando deve mantenersi attivo per favorire la simmetria muscolare e il recupero post-operatorio;
  • coinvolgere un fisioterapista: per l’impostazione iniziale degli esercizi e il controllo della tecnica, è sempre consigliabile una supervisione professionale.

Esercizio 1: sollevamento della gamba tesa

Questo esercizio mira a rinforzare il quadricipite femorale, muscolo chiave nella stabilità del ginocchio, soprattutto nella fase di carico post-chirurgico.

Modalità di esecuzione:

  1. sdraiarsi in posizione supina, a letto o su un tappetino, entrambe le gambe sono distese;
  2. contrarre il quadricipite della gamba da allenare, cercando di spingere il ginocchio verso il basso, come se volessimo “incollarlo” al piano del letto o del tappetino;
  3. mantenendo la gamba ben tesa, sollevarla lentamente fino a mezza altezza, circa 30°-45°
  4. scendere con controllo, senza lasciar cadere la gamba, fino a tornare in posizione di partenza.

Varianti: per aumentare la difficoltà, è possibile applicare un peso alla caviglia, ma è prioritario mantenere la precisione del movimento e non sacrificare la tecnica per l’intensità.

Esercizio 2: flessione attiva del ginocchio

L’obiettivo è recuperare la mobilità articolare e migliorare l’escursione in flessione del ginocchio, riducendo rigidità e preparando l’articolazione al lavoro funzionale post-chirurgico.

Modalità di esecuzione:

  1. sdraiarsi in posizione supina, gambe distese;
  2. piegare lentamente il ginocchio da trattare, facendo scivolare il tallone lungo il piano d’appoggio (tappetino o pavimento);
  3. se il dolore lo consente, aiutarsi con le mani per aumentare l’arco di movimento, mantenendo il piede aderente alla superficie;
  4. raggiunto il massimo grado di flessione tollerato, ritornare con calma alla posizione iniziale.

Varianti: l’esercizio può essere eseguito anche sul fianco o in posizione seduta, utilizzando una fascia elastica per facilitare la trazione. Se necessario, interrompere l’esercizio prima del punto doloroso.

Esercizio 3: scivolamento del piede su superficie liscia

Questo esercizio è una variante particolarmente utile nei pazienti con rigidità articolare posturale e in fase di dolore cronico, poiché consente un’esecuzione controllata e graduale.

Modalità di esecuzione:

  1. sdraiarsi in posizione supina su una superficie rigida;
  2. posizionare il tallone su un panno scivoloso o una superficie liscia (pavimento ceramico o tavoletta riabilitativa);
  3. far scorrere il piede verso i glutei piegando il ginocchio, mantenendo il contatto con la superficie per tutta la durata del movimento;
  4. raggiunto il punto massimo tollerabile, tornare lentamente alla posizione iniziale.

Note cliniche: l’esercizio è utile anche per l’educazione propriocettiva e per il controllo neuromuscolare, fondamentali nella fase post-chirurgica.

Esercizio 4: flessione attiva in decubito prono

Questo esercizio, eseguito in posizione prona, attiva dinamicamente la muscolatura posteriore della coscia, migliorando la flessione del ginocchio in condizioni di scarico.

Modalità di esecuzione:

  1. posizionarsi pancia in giù, con le gambe estese;
  2. piegare lentamente il ginocchio da allenare, portando il tallone verso i glutei;
  3. mantenere il bacino stabile e la coscia appoggiata al suolo;
  4. eseguire più ripetizioni con controllo, senza movimenti bruschi.

Varianti: per aumentare la difficoltà e la resistenza, è possibile applicare un peso alla caviglia o utilizzare una fascia elastica fissata al piede. In questo modo si potenziano selettivamente i muscoli flessori.

Esercizio 5: abduzione dell’anca in posizione laterale (clamshell)

L’abduzione dell’anca stimola i glutei medio e piccolo e i muscoli abduttori dell’anca, che giocano un ruolo essenziale nella stabilità pelvica e nella deambulazione post-operatoria.

Modalità di esecuzione:

  1. sdraiarsi su un fianco con le gambe flesse a 90° e i piedi uniti;
  2. mantenendo i piedi a contatto, sollevare il ginocchio superiore verso l’alto, come aprendo una “conchiglia”;
  3. evitare la rotazione del bacino o l’iperlordosi lombare;
  4. eseguire lentamente, percependo l’attivazione nella regione glutea laterale.

Varianti: è possibile applicare una miniband sopra le ginocchia per aumentare la resistenza e l’attivazione neuromuscolare.

Esercizio 6: estensione del ginocchio con elastico

Questo esercizio simula il gesto di premere un pedale, attivando il muscolo quadricipite e migliorando il controllo attivo in estensione, fondamentale per la fase di carico.

Modalità di esecuzione:

  1. seduti, passare una fascia elastica sotto al piede ed impugnare le estremità come le briglie di un cavallo;
  2. partire da una posizione con il ginocchio leggermente flesso;
  3. spingere il piede in avanti come se si volesse “schiacciare l’acceleratore”;
  4. mantenere la contrazione per alcuni secondi, poi tornare lentamente alla posizione iniziale, controllando la resistenza dell’elastico.

Note: esercizio ottimo anche per la stimolazione del tricipite surale e la coordinazione neuromuscolare dell’arto inferiore.

Esercizio 7: contrazione isometrica degli adduttori

L’attivazione degli adduttori della coscia, spesso trascurati nei protocolli pre-operatori, è essenziale per stabilizzare il bacino e bilanciare l’attività degli abduttori, specialmente durante la deambulazione.
Modalità di esecuzione:

  1. sedersi o sdraiarsi con le gambe piegate e i piedi appoggiati al suolo;
  2. posizionare un asciugamano arrotolato tra le ginocchia;
  3. stringere le ginocchia per comprimere l’asciugamano, mantenendo la contrazione per 5–10 secondi;
  4. rilasciare lentamente e ripetere.

Varianti: l’intensità può essere modulata aumentando il diametro dell’asciugamano o sostituendolo con una palla morbida.

Considerazioni finali del Dott. Alex Maron

La preparazione fisica prima di un intervento di protesi ginocchio non è un’opzione accessoria, ma una componente essenziale del percorso terapeutico. Gli esercizi illustrati in questo articolo rappresentano un protocollo di base efficace, validato clinicamente, che ogni paziente dovrebbe integrare nella propria routine preoperatoria. Sono movimenti mirati, pensati per rinforzare la muscolatura, migliorare la mobilità e ottimizzare le condizioni biomeccaniche del ginocchio in vista dell’intervento.

Come chirurgo ortopedico ginocchio, attivo in diversi centri specialistici tra cui Padova, ribadisco con convinzione che una muscolatura preparata e una buona escursione articolare rappresentano fattori determinanti per il successo della chirurgia. Un paziente fisicamente attivo nel periodo preoperatorio affronta l’intervento in condizioni migliori, tollera meglio il trauma chirurgico, sperimenta un minor dolore post-operatorio e recupera più rapidamente l’autonomia funzionale.

Tuttavia, è fondamentale ricordare che ogni caso clinico è unico. Le condizioni articolari, il grado di dolore, le limitazioni funzionali e lo stato generale di salute variano da paziente a paziente. Per questo motivo, raccomando sempre una valutazione personalizzata, guidata dal proprio fisioterapista di fiducia o da un ortopedico Padova esperto in patologie articolari, per definire il programma più adatto e sicuro.

L’attività fisica prima della chirurgia non è soltanto un mezzo per “guadagnare tempo” durante l’attesa operatoria, ma uno strumento strategico per migliorare significativamente la prognosi e la qualità della vita post-intervento.

Se desideri approfondire questi temi, scoprire nuove strategie riabilitative e ricevere aggiornamenti costanti sul mondo della chirurgia ortopedica e delle patologie articolari, ti invito a seguirmi su ProtesiGinocchio — il mio spazio divulgativo dove condivido conoscenze, esperienze cliniche e consigli utili per affrontare ogni fase del percorso ortopedico con consapevolezza e serenità.