Artrosi del Ginocchio: Sintomi, Cause e Trattamenti per la Gonartrosi

Artrosi del ginocchio: diffusione, impatto clinico e inquadramento diagnostico

L’artrosi del ginocchio, o gonartrosi, colpisce milioni di italiani e limita gravemente la mobilità. Conoscere sintomi, fattori di rischio e opzioni terapeutiche è essenziale per intervenire tempestivamente e migliorare la qualità della vita, evitando o posticipando la chirurgia protesica.

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L’artrosi del ginocchio, conosciuta anche come gonartrosi, è una delle patologie articolari più frequenti nella popolazione adulta e anziana. Si tratta di una condizione cronica e progressiva che compromette la funzionalità dell’articolazione femoro-tibiale, causando dolore, rigidità, gonfiore e limitazione nei movimenti. Secondo i dati epidemiologici più recenti, colpisce oltre 4 milioni di italiani, ovvero circa il 12% della popolazione, con una prevalenza in netto aumento nelle fasce d’età superiori ai 60 anni.

La gonartrosi non è solo una questione di invecchiamento fisiologico: rappresenta una vera e propria emergenza clinica, perché impatta in modo significativo sulla qualità della vita dei pazienti, limitandone la capacità di svolgere attività quotidiane semplici come salire le scale, camminare o alzarsi da una sedia. Come ortopedico a Padova, specializzato in protesi ginocchio, assisto ogni giorno a casi clinici in cui il dolore e la disfunzione articolare condizionano fortemente l’autonomia del paziente, rendendo necessarie soluzioni terapeutiche integrate e personalizzate.

Ma come si distingue realmente l’artrosi da altre patologie articolari come l’artrite? E quali strategie possiamo adottare per rallentarne la progressione o alleviarne i sintomi prima di arrivare a un intervento di chirurgia protesica?

Cos’è l’artrosi del ginocchio e come si distingue dall’artrite

L’artrosi è una malattia degenerativa non infiammatoria che interessa primariamente la cartilagine articolare, un tessuto elastico e privo di innervazione, fondamentale per garantire lo scorrimento fluido e indolore delle superfici ossee. Con l’avanzare della patologia, la cartilagine si assottiglia progressivamente, perdendo elasticità e capacità ammortizzante, fino ad arrivare al contatto diretto tra le superfici ossee, condizione che genera attrito, infiammazione reattiva e dolore cronico.

È fondamentale non confondere l’artrosi con l’artrite, che rappresenta invece un gruppo eterogeneo di malattie infiammatorie di natura autoimmune, come l’artrite reumatoide. In queste condizioni, il sistema immunitario attacca erroneamente le strutture articolari, generando una risposta infiammatoria sistemica, con sintomi spesso bilaterali, deformazioni articolari e compromissione generale dello stato di salute. L’artrosi, invece, non ha origine autoimmune ed è solitamente asimmetrica, localizzata e priva dei marker infiammatori sistemici.

Principali fattori di rischio per lo sviluppo dell’artrosi al ginocchio

La comparsa della gonartrosi può essere influenzata da molteplici fattori biomeccanici, genetici e comportamentali. Tra i principali:

  • invecchiamento: è il principale determinante, in quanto la cartilagine tende a degenerare fisiologicamente con l’età;
  • predisposizione genetica: alcune varianti genetiche possono influire sulla struttura cartilaginea e sulla qualità della matrice extracellulare;
  • attività lavorative usuranti: professioni che comportano carichi pesanti, sollevamenti frequenti o posture prolungate in stazione eretta aumentano il rischio di sovraccarico articolare cronico;
  • alterazioni posturali e assi disfunzionali: ginocchio varo (deviazione verso l’interno) o valgo (deviazione verso l’esterno) causano una distribuzione anomala dei carichi meccanici sull’articolazione, accelerando il processo di usura;
  • traumi articolari pregressi: lesioni ai menischi, ai legamenti crociati o fratture periarticolari possono alterare la biomeccanica del ginocchio e innescare un’artrosi post-traumatica.

Riconoscere e intervenire precocemente su questi fattori è cruciale per adottare strategie terapeutiche mirate, che includono esercizio fisico adattato, infiltrazioni intra-articolari, terapie fisiche avanzate e, nei casi più gravi, valutazioni per l’impianto di una protesi ginocchio, sempre all’interno di un percorso clinico multidisciplinare condotto da uno specialista esperto in patologie articolari.

Sintomi dell’artrosi del ginocchio: come riconoscere i segnali iniziali

L’artrosi del ginocchio si manifesta con una sintomatologia progressiva che, se riconosciuta precocemente, consente un trattamento tempestivo volto a rallentarne l’evoluzione e a ridurre l’impatto funzionale. I principali sintomi includono:

  • dolore meccanico: tipicamente localizzato a livello mediale o anteriore del ginocchio, peggiora con l’attività fisica e tende ad attenuarsi con il riposo;
  • rigidità articolare: particolarmente evidente al risveglio o dopo lunghi periodi di inattività, nota come “rigidità mattutina”, della durata inferiore ai 30 minuti;
  • limitazione funzionale: difficoltà nel salire o scendere le scale, camminare su terreni irregolari o percorrere lunghe distanze;
  • crepitii articolari: percezione di scricchiolii durante i movimenti articolari, segno di irregolarità cartilaginea;
  • gonfiore e sensazione di instabilità: talvolta associati a versamento sinoviale reattivo.

Essendo il ginocchio un’articolazione portante, soggetta a elevati carichi biomeccanici, anche nelle attività quotidiane apparentemente innocue si accumulano forze importanti. Un soggetto sedentario, ad esempio, compie in media 6.000 passi al giorno: se si moltiplica questo valore per il proprio peso corporeo (es. 70 kg), il carico cumulativo giornaliero supera facilmente diverse centinaia di tonnellate, evidenziando il ruolo cruciale del ginocchio nella biomeccanica dell’intero arto inferiore.

Esercizi terapeutici per prevenire e gestire la gonartrosi

La gestione dell’artrosi del ginocchio deve necessariamente includere un programma di esercizio fisico personalizzato, volto a migliorare la forza muscolare, la propriocezione e la mobilità articolare, riducendo lo stress biomeccanico sulla cartilagine. È fondamentale distinguere tra esercizi preventivi, rivolti ai soggetti a rischio o nelle fasi iniziali, ed esercizi da eseguire in fase sintomatica acuta, quando il dolore è già presente.

Esercizi preventivi

Nelle prime fasi della patologia o come strategia di prevenzione nei soggetti predisposti, è utile rafforzare la muscolatura dell’arto inferiore, in particolare il quadricipite, i muscoli ischiocrurali e glutei. Uno degli esercizi più consigliati è:

Squat con elastico

  • posizionare un elastico resistente sotto la pianta dei piedi;
  • afferrare le estremità con entrambe le mani, mantenendo tensione costante;
  • eseguire uno squat parziale (semiaccosciata), evitando la flessione eccessiva del ginocchio;
  • risalire lentamente in posizione eretta.

Schema consigliato:

  • 10–12 ripetizioni
  • 1 minuto di recupero tra le serie
  • 2–3 serie complessive

Questo esercizio stimola l’intero arto inferiore, migliorando il tono muscolare e la stabilità articolare, contribuendo così alla prevenzione dell’usura cartilaginea.

Esercizi in fase acuta o con dolore

Quando il dolore è presente, gli esercizi devono essere mirati a mobilizzare senza caricare, per non aggravare la sintomatologia. Alcuni esempi efficaci:

Mobilizzazione passiva a bicicletta

  • in posizione supina, simulare il movimento della pedalata con le gambe sollevate;
  • esercizio utile per mantenere la mobilità di anca, ginocchio e caviglia in assenza di carico.

Contrazione isometrica del quadricipite

  • posizionare una pallina morbida sotto il ginocchio;
  • esercitare una lieve pressione verso il basso, attivando il muscolo quadricipitale senza movimento articolare.

Esercizi da seduti

  • estendere lentamente una gamba alla volta da seduti, mantenendo la contrazione per alcuni secondi;
  • ideale per migliorare il tono muscolare senza sovraccarico.

Questi esercizi hanno una duplice funzione: stimolare la circolazione locale e preservare il tono muscolare, elementi chiave per il controllo del dolore e il rallentamento della degenerazione articolare.

Trattamenti conservativi e infiltrativi per l’artrosi del ginocchio

La gestione dell’artrosi del ginocchio, soprattutto nelle fasi iniziali o moderate, si fonda su un approccio multimodale che integra fisioterapia, terapia farmacologica sistemica e trattamenti locali. Tra questi ultimi, le infiltrazioni intra-articolari rappresentano uno strumento terapeutico efficace, capace di migliorare i sintomi, rallentare il deterioramento articolare e, in alcuni casi, posticipare l’indicazione chirurgica alla protesi ginocchio.

Infiltrazioni di acido ialuronico (viscosupplementazione)

L’acido ialuronico è un polisaccaride naturalmente presente nel liquido sinoviale, dove svolge una funzione lubrificante, ammortizzante e trofica per la cartilagine. Con la progressione dell’artrosi, la concentrazione e la qualità di questo componente tendono a ridursi, alterando la biomeccanica articolare.

L’infiltrazione intra-articolare di acido ialuronico, nota come viscosupplementazione, consente di ripristinare temporaneamente le proprietà viscoelastiche del liquido sinoviale. Sul mercato italiano sono disponibili oltre 60 formulazioni diverse, classificate principalmente in base al peso molecolare:

  • basso peso molecolare: indicato per le fasi iniziali, ha una durata d’azione limitata;
  • medio-alto peso molecolare: permane più a lungo in articolazione, esercitando un effetto prolungato su dolore e funzionalità.

La scelta del prodotto deve essere personalizzata in base allo stadio della patologia e alla risposta individuale, sempre sotto la supervisione di uno specialista esperto in patologie articolari.

Terapia PRP (plasma ricco di piastrine)

La PRP (Platelet Rich Plasma), comunemente chiamata “pappa piastrinica”, è una tecnica di medicina rigenerativa che utilizza un concentrato autologo di piastrine ottenuto dal sangue del paziente stesso, centrifugato e filtrato per isolare i fattori di crescita.
Questi fattori, una volta infiltrati nell’articolazione, stimolano i processi di:

  • neoangiogenesi
  • riparazione tissutale
  • modulazione dell’infiammazione locale

È particolarmente indicata nei soggetti giovani o nei casi di artrosi precoce, con l’obiettivo di rallentare il danno strutturale e ridurre la sintomatologia senza effetti collaterali significativi. L’efficacia della PRP è supportata da numerose evidenze cliniche, anche se i protocolli non sono ancora standardizzati a livello internazionale.

Ossigeno-ozono terapia

Tecnica innovativa, sempre più impiegata nei centri specialistici, l’ossigeno-ozono terapia prevede l’infiltrazione intra-articolare di una miscela di ossigeno medicale e ozono in concentrazioni controllate. Questa combinazione ha dimostrato effetti benefici su:

  • attività antinfiammatoria e analgesica
  • miglioramento del metabolismo cellulare
  • stimolazione della microcircolazione locale

Si tratta di una procedura minimamente invasiva, ben tollerata, che può essere proposta anche a pazienti non idonei ad altri trattamenti infiltrativi o farmacologici.

Uso del cortisone: quando è indicato e quando evitarlo

Il cortisone, potente farmaco antinfiammatorio steroideo, trova una specifica indicazione nelle fasi infiammatorie acute, caratterizzate da dolore intenso, versamento articolare e limitazione severa del movimento. Tuttavia, il suo utilizzo deve essere:

  • limitato nel tempo (infiltrazioni occasionali e non ripetute);
  • dosato con precisione;
  • valutato con attenzione rispetto alla condizione cartilaginea residua.

Un uso eccessivo o improprio può infatti compromettere ulteriormente la cartilagine articolare, generando un effetto catabolico sulle cellule condrocitarie. Per questo motivo, il cortisone deve rappresentare una soluzione temporanea e non una terapia di mantenimento.

Terapie fisiche e termoterapia: strumenti integrati per la gestione conservativa della gonartrosi

Nel trattamento dell’artrosi del ginocchio, le terapie fisiche rappresentano un pilastro fondamentale della riabilitazione conservativa. Questi interventi sfruttano diversi tipi di energia – termica, elettromagnetica, meccanica – per modulare l’infiammazione, ridurre il dolore, migliorare la vascolarizzazione e stimolare la rigenerazione tissutale.

Il calore come alleato terapeutico

La termoterapia agisce mediante vasodilatazione locale, migliorando l’ossigenazione e il metabolismo dei tessuti. È particolarmente utile nei casi non acuti, in cui la rigidità articolare è predominante e non vi siano segni di infiammazione attiva. Tra le modalità più efficaci:

  • balneoterapia termale e fangoterapia: effettuate in località termali specializzate (es. le Terme Euganee), sfruttano la capacità dell’acqua e del fango di convogliare calore in profondità, esercitando un’azione antalgica e decontratturante;

Tecnologie elettromedicali e meccaniche

Le seguenti metodiche, sempre da applicare sotto controllo medico fisiatrico, si sono dimostrate efficaci nel controllo sintomatico dell’artrosi:

  • laserterapia ad alta potenza: stimola i processi riparativi cellulari attraverso l’attivazione mitocondriale e il miglioramento del microcircolo;
  • magnetoterapia: agisce su ossa e tessuti molli grazie a campi elettromagnetici pulsati a bassa frequenza, favorendo il riassorbimento di edemi e la rigenerazione ossea;

È fondamentale che ogni scelta terapeutica sia personalizzata, in funzione della fase della malattia, delle condizioni generali del paziente e delle controindicazioni specifiche. Per questo, è opportuno che il percorso sia supervisionato da un medico fisiatra esperto in patologie articolari.

Quando ricorrere alla chirurgia di protesi ginocchio

Nonostante i numerosi strumenti terapeutici conservativi oggi disponibili, vi sono situazioni in cui l’artrosi del ginocchio raggiunge un livello tale da compromettere severamente la qualità della vita, la deambulazione e l’autonomia del paziente. In questi casi, l’intervento chirurgico di protesi ginocchio rappresenta una soluzione efficace, con tassi di successo elevati in termini di riduzione del dolore e recupero funzionale.

Come ortopedico a Padova, la mia valutazione pre-operatoria è sempre rigorosa: analizziamo la storia clinica, la risposta ai trattamenti precedenti, l’eventuale presenza di comorbidità e lo stato biomeccanico dell’articolazione. L’obiettivo è garantire che la chirurgia rappresenti una reale opportunità terapeutica, non una scorciatoia prematura.
Intervenire con una protesi totale o monocompartimentale del ginocchio consente oggi, grazie a tecniche mininvasive e materiali avanzati, un ritorno rapido alle attività quotidiane e un miglioramento significativo della qualità di vita.

La centralità di un percorso terapeutico personalizzato

L’artrosi del ginocchio, pur essendo una delle patologie articolari più diffuse, può essere affrontata con efficacia attraverso un approccio multidisciplinare, basato su diagnosi precoce, esercizio terapeutico, trattamenti infiltrativi, terapie fisiche e, solo quando necessario, chirurgia protesica.
Il segreto sta nella personalizzazione del trattamento e nella collaborazione con specialisti competenti. Su ProtesiGinocchio, l’obiettivo è accompagnare ogni paziente in un percorso strutturato e su misura, per ritrovare mobilità, autonomia e benessere.